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Ferrari, Hamilton e Leclerc dopo il caos di Las Vegas: rimpianti e realtà
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Ferrari, Hamilton e Leclerc dopo il caos di Las Vegas: rimpianti e realtà

Las Vegas doveva essere il weekend in cui la Ferrari, dopo giorni di freddo, pioggia e allarmi meteo, tirava fuori qualcosa di speciale.

Charles Leclerc è rimasto il riferimento sul giro secco, Lewis Hamilton ha vissuto una qualifica da incubo, e alla fine è arrivata pure la doppia squalifica McLaren per l’usura del plank, che ha ribaltato classifica e umori nel paddock.

Opinione di Barrie Jarrett per PlanetF1.it

Eppure, se guardi la storia dal lato Ferrari, il bilancio resta strano: punti sì, ma niente sogno rosso. Leclerc chiude sesto, Hamilton appena in zona punti, mentre la Mercedes festeggia un doppio podio alle spalle di Max Verstappen.

Ferrari esce da Las Vegas con più domande che risposte

Nei giorni prima del weekend avevamo raccontato una Ferrari in mezzo alla tempesta perfetta: pista fredda, rischio pioggia, asfalto poco rubberizzato e tanta incertezza su gomme e grip, come spiegato in Pioggia a Las Vegas: weekend F1 “folle” in vista per Ferrari F1 e rivali.

Il venerdì aveva dato l’illusione giusta: Leclerc davanti o lì vicino in tutte le sessioni, Hamilton un po’ più in sofferenza ma comunque in crescita, e una SF-25 che sembrava digerire bene la pista, nonostante il caos tombini e bandiere rosse che abbiamo visto in GP Las Vegas: caos tombini, Norris rimbalza in PL2, Leclerc terzo e fermo in pista.

Poi è arrivato il sabato: qualifica bagnata, Leclerc in palla, Hamilton ultimo e mai davvero a suo agio, come abbiamo analizzato in Las Vegas, qualifica da incubo per Hamilton e in Hamilton, notte da incubo a Las Vegas.

La gara sembrava aver riportato tutto su binari “normali”: Verstappen in fuga, McLaren a fare il ritmo, Ferrari nel ruolo di squadra solida ma non dominante. Poi il colpo di scena: Norris e Piastri fuori per usura eccessiva del plank, con la FIA che ha applicato il regolamento alla lettera e ha rilanciato il Mondiale di Max.

Leclerc resta il punto fermo, anche dentro il caos

In mezzo a tutto questo, Leclerc continua a essere il punto fermo della Ferrari. Sul giro secco è lui il riferimento interno, come mostrano i numeri delle qualifiche 2025, e a Las Vegas ha confermato ancora una volta di saper tirare fuori il giro quando conta.

Arrivava da giorni complicati fuori dalla pista, fra le parole di John Elkann e il bisogno di riportare calma in ambiente, tema che abbiamo affrontato in Leclerc spegne le polemiche: il ‘parlare meno’ di Elkann è un messaggio positivo per Ferrari F1.

A questo aggiungi il venerdì da protagonista, l’indagine FIA chiusa senza penalità dopo lo stop in PL2 ( FIA assolve Charles Leclerc ), e una gara gestita con lucidità in condizioni in cui era fin troppo facile buttare via tutto.

Non è il Leclerc delle stagioni in cui Ferrari lottava per il titolo. Ma è il Leclerc che tiene in piedi il weekend quando attorno a lui il castello rischia di crollare: un pilota che fa il suo, tiene la squadra nella zona punti e, soprattutto, non fa errori grossi in un Gran Premio in cui altri – anche più avanti in classifica – hanno perso la testa.

Hamilton tra rimpianti e realtà: la parte più dolorosa del quadro

La parte più delicata, onestamente, è la storia Hamilton–Ferrari. A Las Vegas il sette volte campione ha vissuto uno dei sabati più difficili della carriera, chiudendo ultimo in qualifica, mentre la Mercedes ha dimostrato di essere di nuovo una macchina completa, capace di portare a casa un doppio podio dietro Verstappen.

Nel paddock la domanda gira già da un po’: Lewis si sta pentendo della scelta Ferrari? Il pezzo di PlanetF1.com sulle “Ferrari regrets” dopo Las Vegas tocca un punto vero: Hamilton è andato a Maranello per chiudere il cerchio, per liberarsi dei fantasmi di Abu Dhabi 2021 e trovare un ultimo capitolo diverso, non per ritrovarsi con un’altra macchina “nata male” e un’altra stagione definita da lui stesso “la peggiore di sempre”. 

Il problema è che mentre lui combatte con una SF-25 nervosa e poco costante, la Mercedes sembra già proiettata al 2026 e alle nuove regole tecniche. Se davvero, come molti nel paddock pensano, a Brackley sono più avanti di tutti sul progetto del nuovo ciclo, il rischio reale per Hamilton è veder vincere l’auto che ha lasciato, nelle mani di George Russell o magari di Andrea Kimi Antonelli. 

Dal mio punto di vista, però, i rimpianti vanno letti in due modi:

  • Se la scelta è stata di cuore, per vivere l’esperienza Ferrari prima di smettere, è una strada che può ancora avere senso. Arrivare a Maranello e non provarci nemmeno sarebbe stato un rimpianto ancora più grande.
  • Se l’obiettivo era solo l’ottavo titolo, allora sì, Las Vegas fa malissimo. Perché l’inerzia tecnica sembra di nuovo spostarsi verso Mercedes proprio mentre Ferrari è ancora nel limbo: troppo forte per accontentarsi, troppo debole per puntare alla corona.

Cosa significa davvero il caos McLaren per la Ferrari

Il doppio DSQ di Norris e Piastri per il plank usurato ha riaperto il Mondiale, ha acceso discussioni sui limiti regolamentari e ha regalato un risultato “strano” alla classifica.

Per la Ferrari, però, il segnale chiave è un altro: anche in un weekend così folle, con McLaren buttata fuori dai risultati a tavolino, la Rossa non è mai stata davvero nella lotta per la vittoria. Ha raccolto punti, sì, e in VERSIONE ITALIANA – GP Las Vegas 2025 abbiamo già messo a fuoco come il bottino finale (9 punti invece dei 10 previsti) sia più un “compitino” che una svolta stagionale.

Il caos McLaren è un promemoria: nei campionati lunghi e tirati, i dettagli contano e il regolamento non perdona nessuno. Ma se sei Ferrari, non puoi basare il tuo piano su errori altrui. Serve una macchina che stia in cima alla classifica per merito, non per esclusione degli altri.

La mia lettura da tifoso e da editore

Guardando l’insieme delle ultime settimane – il meteo “folle”, le parole di Elkann, la reazione di Leclerc, la gestione mediatica di Hamilton, i pezzi che abbiamo pubblicato su Ferrari, Hamilton e Leclerc: rotta su un GP di Las Vegas gelido e Ferrari, Hamilton e Leclerc approfittano del caos McLaren, la sensazione è chiara: questa Ferrari è sempre al centro del film, ma quasi mai regista. 

Per me il vero punto di svolta non è solo cosa farà Ferrari nelle ultime due gare, ma che cosa sceglierà di essere nel 2026:

  • Una squadra che spera in giornate storte degli altri.
  • O una squadra che detta il ritmo, con Leclerc e Hamilton liberi di giocarsi le vittorie alla pari.

Las Vegas ci ha dato un assaggio di tutto: il talento puro di Leclerc, la frustrazione di Hamilton, le occasioni sprecate, e un Mondiale che si riapre in modo quasi surreale. Per la Ferrari è il momento di scegliere se restare comprimaria in un film scritto da altri, o se usare questi segnali, nel bene e nel male, come base vera per il cambio di passo.

E una cosa, da qui, è chiara: se nel 2026 vedremo una Mercedes da titolo e una Ferrari ancora in mezzo al guado, la parola “rimpianto” non sarà più solo una domanda nei titoli, ma un giudizio storico su questa scelta di Hamilton e su questo ciclo Ferrari.

Charles Leclerc è rimasto il riferimento sul giro secco, Lewis Hamilton ha vissuto una qualifica da incubo, e alla fine è arrivata pure la doppia squalifica McLaren per l’usura del plank, che ha ribaltato classifica e umori nel paddock.

Opinione di Barrie Jarrett per PlanetF1.it

Eppure, se guardi la storia dal lato Ferrari, il bilancio resta strano: punti sì, ma niente sogno rosso. Leclerc chiude sesto, Hamilton appena in zona punti, mentre la Mercedes festeggia un doppio podio alle spalle di Max Verstappen.

Ferrari esce da Las Vegas con più domande che risposte

Nei giorni prima del weekend avevamo raccontato una Ferrari in mezzo alla tempesta perfetta: pista fredda, rischio pioggia, asfalto poco rubberizzato e tanta incertezza su gomme e grip, come spiegato in Pioggia a Las Vegas: weekend F1 “folle” in vista per Ferrari F1 e rivali.

Il venerdì aveva dato l’illusione giusta: Leclerc davanti o lì vicino in tutte le sessioni, Hamilton un po’ più in sofferenza ma comunque in crescita, e una SF-25 che sembrava digerire bene la pista, nonostante il caos tombini e bandiere rosse che abbiamo visto in GP Las Vegas: caos tombini, Norris rimbalza in PL2, Leclerc terzo e fermo in pista.

Poi è arrivato il sabato: qualifica bagnata, Leclerc in palla, Hamilton ultimo e mai davvero a suo agio, come abbiamo analizzato in Las Vegas, qualifica da incubo per Hamilton e in Hamilton, notte da incubo a Las Vegas.

La gara sembrava aver riportato tutto su binari “normali”: Verstappen in fuga, McLaren a fare il ritmo, Ferrari nel ruolo di squadra solida ma non dominante. Poi il colpo di scena: Norris e Piastri fuori per usura eccessiva del plank, con la FIA che ha applicato il regolamento alla lettera e ha rilanciato il Mondiale di Max.

Leclerc resta il punto fermo, anche dentro il caos

In mezzo a tutto questo, Leclerc continua a essere il punto fermo della Ferrari. Sul giro secco è lui il riferimento interno, come mostrano i numeri delle qualifiche 2025, e a Las Vegas ha confermato ancora una volta di saper tirare fuori il giro quando conta.

Arrivava da giorni complicati fuori dalla pista, fra le parole di John Elkann e il bisogno di riportare calma in ambiente, tema che abbiamo affrontato in Leclerc spegne le polemiche: il ‘parlare meno’ di Elkann è un messaggio positivo per Ferrari F1.

A questo aggiungi il venerdì da protagonista, l’indagine FIA chiusa senza penalità dopo lo stop in PL2 ( FIA assolve Charles Leclerc ), e una gara gestita con lucidità in condizioni in cui era fin troppo facile buttare via tutto.

Non è il Leclerc delle stagioni in cui Ferrari lottava per il titolo. Ma è il Leclerc che tiene in piedi il weekend quando attorno a lui il castello rischia di crollare: un pilota che fa il suo, tiene la squadra nella zona punti e, soprattutto, non fa errori grossi in un Gran Premio in cui altri – anche più avanti in classifica – hanno perso la testa.

Hamilton tra rimpianti e realtà: la parte più dolorosa del quadro

La parte più delicata, onestamente, è la storia Hamilton–Ferrari. A Las Vegas il sette volte campione ha vissuto uno dei sabati più difficili della carriera, chiudendo ultimo in qualifica, mentre la Mercedes ha dimostrato di essere di nuovo una macchina completa, capace di portare a casa un doppio podio dietro Verstappen.

Nel paddock la domanda gira già da un po’: Lewis si sta pentendo della scelta Ferrari? Il pezzo di PlanetF1.com sulle “Ferrari regrets” dopo Las Vegas tocca un punto vero: Hamilton è andato a Maranello per chiudere il cerchio, per liberarsi dei fantasmi di Abu Dhabi 2021 e trovare un ultimo capitolo diverso, non per ritrovarsi con un’altra macchina “nata male” e un’altra stagione definita da lui stesso “la peggiore di sempre”. 

Il problema è che mentre lui combatte con una SF-25 nervosa e poco costante, la Mercedes sembra già proiettata al 2026 e alle nuove regole tecniche. Se davvero, come molti nel paddock pensano, a Brackley sono più avanti di tutti sul progetto del nuovo ciclo, il rischio reale per Hamilton è veder vincere l’auto che ha lasciato, nelle mani di George Russell o magari di Andrea Kimi Antonelli. 

Dal mio punto di vista, però, i rimpianti vanno letti in due modi:

  • Se la scelta è stata di cuore, per vivere l’esperienza Ferrari prima di smettere, è una strada che può ancora avere senso. Arrivare a Maranello e non provarci nemmeno sarebbe stato un rimpianto ancora più grande.
  • Se l’obiettivo era solo l’ottavo titolo, allora sì, Las Vegas fa malissimo. Perché l’inerzia tecnica sembra di nuovo spostarsi verso Mercedes proprio mentre Ferrari è ancora nel limbo: troppo forte per accontentarsi, troppo debole per puntare alla corona.

Cosa significa davvero il caos McLaren per la Ferrari

Il doppio DSQ di Norris e Piastri per il plank usurato ha riaperto il Mondiale, ha acceso discussioni sui limiti regolamentari e ha regalato un risultato “strano” alla classifica.

Per la Ferrari, però, il segnale chiave è un altro: anche in un weekend così folle, con McLaren buttata fuori dai risultati a tavolino, la Rossa non è mai stata davvero nella lotta per la vittoria. Ha raccolto punti, sì, e in VERSIONE ITALIANA – GP Las Vegas 2025 abbiamo già messo a fuoco come il bottino finale (9 punti invece dei 10 previsti) sia più un “compitino” che una svolta stagionale.

Il caos McLaren è un promemoria: nei campionati lunghi e tirati, i dettagli contano e il regolamento non perdona nessuno. Ma se sei Ferrari, non puoi basare il tuo piano su errori altrui. Serve una macchina che stia in cima alla classifica per merito, non per esclusione degli altri.

La mia lettura da tifoso e da editore

Guardando l’insieme delle ultime settimane – il meteo “folle”, le parole di Elkann, la reazione di Leclerc, la gestione mediatica di Hamilton, i pezzi che abbiamo pubblicato su Ferrari, Hamilton e Leclerc: rotta su un GP di Las Vegas gelido e Ferrari, Hamilton e Leclerc approfittano del caos McLaren, la sensazione è chiara: questa Ferrari è sempre al centro del film, ma quasi mai regista. 

Per me il vero punto di svolta non è solo cosa farà Ferrari nelle ultime due gare, ma che cosa sceglierà di essere nel 2026:

  • Una squadra che spera in giornate storte degli altri.
  • O una squadra che detta il ritmo, con Leclerc e Hamilton liberi di giocarsi le vittorie alla pari.

Las Vegas ci ha dato un assaggio di tutto: il talento puro di Leclerc, la frustrazione di Hamilton, le occasioni sprecate, e un Mondiale che si riapre in modo quasi surreale. Per la Ferrari è il momento di scegliere se restare comprimaria in un film scritto da altri, o se usare questi segnali, nel bene e nel male, come base vera per il cambio di passo.

E una cosa, da qui, è chiara: se nel 2026 vedremo una Mercedes da titolo e una Ferrari ancora in mezzo al guado, la parola “rimpianto” non sarà più solo una domanda nei titoli, ma un giudizio storico su questa scelta di Hamilton e su questo ciclo Ferrari.

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Barrie Jarrett – Editor, Presenter & Broadcaster – PlanetF1.it Barrie Jarrett porta una voce fresca e diretta nel mondo di PlanetF1.it. È l’uomo che prende le storie del paddock, le mescola con un po’ di passione da box e le serve in modo semplice, chiaro e senza fronzoli. Come editor, punta a notizie pulite e veloci, con un occhio per tutto ciò che spinge lo sport verso il futuro: tech, dati, corse autonome e il lato umano dei team. Come presenter, Barrie è la voce delle nostre dirette e dei nostri podcast. Stile caldo, vicino alla gente, zero parole inutili. Racconta la F1 come se fosse al pub con gli amici. Come broadcaster, porta contenuti che girano bene su ogni piattaforma: clip brevi, analisi leggere, commenti rapidi dopo le gare e speciali che vanno dritti al punto. A PlanetF1.it, Barrie è quello che tiene insieme passione, ritmo e un modo di raccontare la F1 che chiunque può seguire.

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