Ferrari chiuderà il 2025 solo quarta nel Mondiale Costruttori, senza nemmeno una vittoria in stagione: è il peggior risultato dal 2020 e un segnale che ha acceso tutti gli allarmi a Maranello.
Jean Alesi parla di scelte “imbarazzanti”, mentre Piero Ferrari chiede pazienza e promette che la Rossa tornerà al vertice.
Alesi: “Preoccupato per il futuro, la scusa del 2026 non regge”
Il punto di partenza è la scelta di Fred Vasseur: fermare molto presto lo sviluppo della vettura 2025 per concentrare le risorse sulla monoposto del 2026, nuova era regolamentare. Tutto questo mentre le rivali continuavano a portare aggiornamenti e a vincere gare.
A parole, il piano era chiaro: sacrificare il presente per costruire un futuro più forte. Ma i numeri raccontano altro: da seconda forza dopo San Paolo, Ferrari è scivolata al quarto posto in appena tre weekend, alle spalle di Red Bull, McLaren e Mercedes.
Jean Alesi non ci sta. L’ex pilota Ferrari, parlando a Corriere della Sera, ha spiegato di essere “seriamente preoccupato per il futuro” e ha definito “una scusa molto debole” l’idea che tutto dipenda dallo stop allo sviluppo in vista del 2026. Secondo lui, tutte le squadre hanno lavorato in parallelo su due progetti, e usare questo come scudo è “un tentativo imbarazzante di proteggere un fallimento”.
La critica di Alesi si inserisce in un quadro più ampio, in cui Ferrari ha già vissuto weekend da “danno limitato”, come il recente GP del Qatar 2025, chiuso con Leclerc solo ottavo e Hamilton dodicesimo, lontanissimi da podio e vittoria.
Leclerc non assolve la Ferrari: “Non puoi spiegare tutto così”
Anche Charles Leclerc ha ammesso che il passaggio di focus sulla vettura 2026 giustifica in parte il calo, ma non tutto. In Qatar il monegasco ha sottolineato che essere così distanti dal gruppo di testa va oltre il semplice “abbiamo smesso di sviluppare”. :contentReference[oaicite:5]{index=5}
Le parole di Leclerc pesano perché arrivano dopo una serie di weekend complicati, segnati da errori di strategia, mancanza di passo e qualche episodio al limite del surreale per Lewis Hamilton, come la sua “notte da incubo” a Las Vegas, prima volta in carriera ultimo in griglia per pura prestazione.
Nel frattempo, su PlanetF1.it abbiamo già raccontato come il caos americano abbia acceso rimpianti e domande dentro Maranello in “Ferrari, Hamilton e Leclerc dopo il caos di Las Vegas: rimpianti e realtà”, un pezzo che aiuta a leggere questo finale di stagione come parte di un quadro più lungo e complesso.
Piero Ferrari: “Abbiamo già vissuto momenti peggiori. Ferrari vincerà ancora”
Dall’altra parte c’è la voce di Piero Ferrari, figlio di Enzo, che invita a non farsi trascinare solo dalla delusione del momento. In un’intervista a RMC ha ricordato che la storia della Scuderia è piena di cicli: crisi profonde seguite da risalite clamorose, dagli anni ’70 alla ricostruzione che ha portato all’era Schumacher.
Piero Ferrari ha ammesso che “ci sono cose che non hanno funzionato”, ma ha anche insistito sul fatto che a Maranello esistono ancora eccellenze tecniche e umane di altissimo livello. La sfida, secondo lui, è “mettere tutti i pezzi del puzzle in fila” per tornare competitivi: “Ferrari vincerà ancora, di certo non molliamo”.
È un messaggio che si aggancia anche ai ragionamenti che abbiamo analizzato in “Ross Brawn rompe il silenzio: Hamilton, Ferrari e il bivio del 2026”, dove l’ex direttore tecnico della Rossa ha messo il focus proprio sulla capacità del team di fare le scelte giuste in vista del nuovo regolamento.
Fra presente amaro e 2026: dove può cambiare la storia
La verità, come spesso accade in Formula 1, sta probabilmente nel mezzo: è credibile che concentrare gli sforzi sul 2026 abbia tolto ossigeno allo sviluppo 2025, ma è altrettanto chiaro che le rivali siano riuscite a gestire molto meglio questo equilibrio.
Ferrari arriva così alle ultime gare del Mondiale con un bilancio amaro: nessuna vittoria, poche vere occasioni di lottare per il successo e troppe domeniche passate a limitare i danni. Chi vuole inquadrare questo finale può farlo attraverso il calendario completo F1 2025, dove spiccano soprattutto gli appuntamenti di Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi, trasformati in banchi di prova psicologici più che tecnici.
In questo contesto, ogni parola di Hamilton e Leclerc pesa doppio, così come ogni risultato: da qui a Yas Marina la narrativa sul progetto Ferrari può cambiare poco in classifica, ma molto nella percezione di tifosi e addetti ai lavori, già scaldati da analisi come quella post-Las Vegas e dai giudizi al vetriolo di figure come Alesi.
Messaggio ai tifosi Ferrari: fra dubbi e fiducia
Oggi il popolo ferrarista vive una doppia sensazione: da un lato la frustrazione di un 2025 lontanissimo dalle aspettative, dall’altro la speranza che il lavoro “nascosto” sul 2026 possa davvero aprire un nuovo ciclo. Le critiche di Alesi danno voce a chi teme che la Scuderia stia ripetendo errori già visti, le parole di Piero Ferrari tengono accesa la fiamma di chi crede ancora nel progetto.
Per leggere il presente con più contesto, basta ripercorrere i tasselli di questo campionato – dalle notti nere di Hamilton alle gare da sopravvivenza come il Qatar 2025 – e incastrarli con le analisi di lungo periodo su Hamilton, Ferrari e il bivio del 2026. Solo allora sarà possibile capire se le parole “Ferrari vincerà ancora” sono semplice ottimismo… o l’inizio di un vero cambio di passo.
Jean Alesi parla di scelte “imbarazzanti”, mentre Piero Ferrari chiede pazienza e promette che la Rossa tornerà al vertice.
Alesi: “Preoccupato per il futuro, la scusa del 2026 non regge”
Il punto di partenza è la scelta di Fred Vasseur: fermare molto presto lo sviluppo della vettura 2025 per concentrare le risorse sulla monoposto del 2026, nuova era regolamentare. Tutto questo mentre le rivali continuavano a portare aggiornamenti e a vincere gare.
A parole, il piano era chiaro: sacrificare il presente per costruire un futuro più forte. Ma i numeri raccontano altro: da seconda forza dopo San Paolo, Ferrari è scivolata al quarto posto in appena tre weekend, alle spalle di Red Bull, McLaren e Mercedes.
Jean Alesi non ci sta. L’ex pilota Ferrari, parlando a Corriere della Sera, ha spiegato di essere “seriamente preoccupato per il futuro” e ha definito “una scusa molto debole” l’idea che tutto dipenda dallo stop allo sviluppo in vista del 2026. Secondo lui, tutte le squadre hanno lavorato in parallelo su due progetti, e usare questo come scudo è “un tentativo imbarazzante di proteggere un fallimento”.
La critica di Alesi si inserisce in un quadro più ampio, in cui Ferrari ha già vissuto weekend da “danno limitato”, come il recente GP del Qatar 2025, chiuso con Leclerc solo ottavo e Hamilton dodicesimo, lontanissimi da podio e vittoria.
Leclerc non assolve la Ferrari: “Non puoi spiegare tutto così”
Anche Charles Leclerc ha ammesso che il passaggio di focus sulla vettura 2026 giustifica in parte il calo, ma non tutto. In Qatar il monegasco ha sottolineato che essere così distanti dal gruppo di testa va oltre il semplice “abbiamo smesso di sviluppare”. :contentReference[oaicite:5]{index=5}
Le parole di Leclerc pesano perché arrivano dopo una serie di weekend complicati, segnati da errori di strategia, mancanza di passo e qualche episodio al limite del surreale per Lewis Hamilton, come la sua “notte da incubo” a Las Vegas, prima volta in carriera ultimo in griglia per pura prestazione.
Nel frattempo, su PlanetF1.it abbiamo già raccontato come il caos americano abbia acceso rimpianti e domande dentro Maranello in “Ferrari, Hamilton e Leclerc dopo il caos di Las Vegas: rimpianti e realtà”, un pezzo che aiuta a leggere questo finale di stagione come parte di un quadro più lungo e complesso.
Piero Ferrari: “Abbiamo già vissuto momenti peggiori. Ferrari vincerà ancora”
Dall’altra parte c’è la voce di Piero Ferrari, figlio di Enzo, che invita a non farsi trascinare solo dalla delusione del momento. In un’intervista a RMC ha ricordato che la storia della Scuderia è piena di cicli: crisi profonde seguite da risalite clamorose, dagli anni ’70 alla ricostruzione che ha portato all’era Schumacher.
Piero Ferrari ha ammesso che “ci sono cose che non hanno funzionato”, ma ha anche insistito sul fatto che a Maranello esistono ancora eccellenze tecniche e umane di altissimo livello. La sfida, secondo lui, è “mettere tutti i pezzi del puzzle in fila” per tornare competitivi: “Ferrari vincerà ancora, di certo non molliamo”.
È un messaggio che si aggancia anche ai ragionamenti che abbiamo analizzato in “Ross Brawn rompe il silenzio: Hamilton, Ferrari e il bivio del 2026”, dove l’ex direttore tecnico della Rossa ha messo il focus proprio sulla capacità del team di fare le scelte giuste in vista del nuovo regolamento.
Fra presente amaro e 2026: dove può cambiare la storia
La verità, come spesso accade in Formula 1, sta probabilmente nel mezzo: è credibile che concentrare gli sforzi sul 2026 abbia tolto ossigeno allo sviluppo 2025, ma è altrettanto chiaro che le rivali siano riuscite a gestire molto meglio questo equilibrio.
Ferrari arriva così alle ultime gare del Mondiale con un bilancio amaro: nessuna vittoria, poche vere occasioni di lottare per il successo e troppe domeniche passate a limitare i danni. Chi vuole inquadrare questo finale può farlo attraverso il calendario completo F1 2025, dove spiccano soprattutto gli appuntamenti di Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi, trasformati in banchi di prova psicologici più che tecnici.
In questo contesto, ogni parola di Hamilton e Leclerc pesa doppio, così come ogni risultato: da qui a Yas Marina la narrativa sul progetto Ferrari può cambiare poco in classifica, ma molto nella percezione di tifosi e addetti ai lavori, già scaldati da analisi come quella post-Las Vegas e dai giudizi al vetriolo di figure come Alesi.
Messaggio ai tifosi Ferrari: fra dubbi e fiducia
Oggi il popolo ferrarista vive una doppia sensazione: da un lato la frustrazione di un 2025 lontanissimo dalle aspettative, dall’altro la speranza che il lavoro “nascosto” sul 2026 possa davvero aprire un nuovo ciclo. Le critiche di Alesi danno voce a chi teme che la Scuderia stia ripetendo errori già visti, le parole di Piero Ferrari tengono accesa la fiamma di chi crede ancora nel progetto.
Per leggere il presente con più contesto, basta ripercorrere i tasselli di questo campionato – dalle notti nere di Hamilton alle gare da sopravvivenza come il Qatar 2025 – e incastrarli con le analisi di lungo periodo su Hamilton, Ferrari e il bivio del 2026. Solo allora sarà possibile capire se le parole “Ferrari vincerà ancora” sono semplice ottimismo… o l’inizio di un vero cambio di passo.







