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Ferrari, Vasseur e il disastro Qatar: “Gomme gonfiate come palloni, siamo usciti dalla finestra”
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Ferrari, Vasseur e il disastro Qatar: “Gomme gonfiate come palloni, siamo usciti dalla finestra”

Il GP del Qatar 2025 è stato, numeri alla mano, il peggior weekend dell’anno per la Ferrari. Fred Vasseur lo dice senza giri di parole: tra pressioni gomme alle stelle, set-up sbagliato e una sola ora di prove libere, la SF-25 non è mai entrata davvero in finestra.

Charles Leclerc e Lewis Hamilton hanno chiuso il weekend con appena quattro punti complessivi, dopo partenze 9° e 18° nella Sprint, 10° e 18° nella gara lunga. Un bottino che ha fatto scivolare la Ferrari al quarto posto nel Mondiale Costruttori, dopo essere stata seconda solo tre GP prima, in Messico.

“Era come essere su un pallone”: la chiave delle pressioni Pirelli

A Lusail, Pirelli è intervenuta per sicurezza: timori di usura, obbligo di stint massimi da 25 giri e prescrizioni di pressione più alte del normale. Per molti team è stata una complicazione gestibile, per Ferrari no.

Vasseur lo riassume così: la SF-25 è rimasta “come su un pallone” per tutto il weekend, incapace di far lavorare davvero la gomma nella finestra giusta. In un Qatar caldo e con tanto carico laterale – come spiegato nel nostro focus “Meteo GP Qatar 2025: caldo, zero pioggia e una sfida fisica per Ferrari a Lusail” – il degrado è esploso e il bilanciamento è diventato delicatissimo curva per curva.

Set-up, power steering e formato Sprint: finestra mai trovata

Il problema, però, non è stato solo la gomma. Vasseur parla anche di scelte di set-up troppo estreme: Ferrari è partita lontana dalla finestra giusta già in PL1, ha fatto cambi pesanti prima di Sprint e gara, ma senza mai trovare davvero un compromesso.

In più, il weekend Sprint è stato il peggior scenario possibile: una sola ora di prove libere per testare assetti e pressioni, poi subito qualifica Sprint e Sprint, con la macchina ancora da capire, e un problema al servosterzo che ha limitato ancora di più il lavoro sull’avantreno.

Risultato: mentre gli altri fine-tunavano, Ferrari continuava a fare passi grandi, spesso nella direzione sbagliata. E in una qualifica in cui due decimi significano dieci posizioni, restare fuori finestra vuol dire partire nel traffico, come abbiamo visto anche nella “Griglia Sprint GP Qatar 2025: Piastri in pole, Ferrari costretta alla rimonta” .

Non è solo colpa del 2026, ma il Qatar è un campanello d’allarme

A chi gli ha chiesto se questo crollo sia legato allo stop agli sviluppi aerodinamici deciso ad aprile – tema che abbiamo raccontato nel focus “Ferrari, Vasseur svela la mossa 2026: abbiamo cambiato rotta già ad aprile” – Vasseur risponde di no: la prova è il podio conquistato ad Austin, quando la SF-25 era già “congelata” sul fronte aero.

Per il team principal, il Qatar è piuttosto la somma di tre cose:

  • prescrizioni Pirelli molto particolari, con gomme “a pallone” che la Ferrari non ha saputo interpretare;
  • set-up sbagliato fin da subito, con un giro di cambi fin troppo aggressivo;
  • weekend Sprint che ha tolto tempo per rimediare agli errori.

Un segnale pesante, perché arriva proprio nel GP che, sulla carta, doveva servire a trasformare il “GP Qatar 2025, il pronostico di Barrie Jarrett” e il “piano Ferrari con Leclerc e Hamilton” in un risultato almeno dignitoso. Invece, il “danno limitato” si è trasformato in allarme rosso.

Leclerc, Hamilton e una Ferrari che non perdona errori

Per Leclerc, il Qatar è stato un altro weekend da correre in difesa, con una macchina che scivolava tanto e non gli permetteva di attaccare davvero, come raccontato anche nel nostro “F1 LIVE: aggiornamenti dal GP del Qatar 2025 in tempo reale” .

Hamilton, invece, ha vissuto l’ennesima gara nel traffico dopo un’altra qualifica da 18°. Messo insieme alla notte da incubo di Las Vegas e all’intervista gelida con Sky F1, il quadro è chiaro: oggi il suo vero nemico è una Ferrari che, appena esci dalla finestra, ti punisce in ogni curva.

Su una pista come Lusail – che abbiamo raccontato nella guida “Circuito Internazionale di Losail – Doha, Qatar: cuore del motorsport” – partire in mezzo al gruppo, con gomme gonfie e sorpassi non banali, vuol dire quasi condannarsi a una gara di sopravvivenza.

Dopo il Qatar, cosa resta alla Ferrari?

Dal Qatar Ferrari torna con zero risposte definitive sul pacchetto 2025, qualche dato in più su come reagisce la SF-25 a pressioni gomme estreme e la conferma che, con il gruppo così compatto, bastano due decimi fuori finestra per perdere un mondo di posizioni.

Per Vasseur, però, il filo con il 2026 resta intatto: il lavoro fatto qui – anche in un weekend da incubo – alimenta la lettura di ciò che servirà nella nuova era, con vetture più leggere, gomme diverse e aerodinamica attiva.

Il messaggio finale è semplice: abbiamo sbagliato più degli altri, e si è visto. Ma capire perché è parte del lavoro per il 2026.

Charles Leclerc e Lewis Hamilton hanno chiuso il weekend con appena quattro punti complessivi, dopo partenze 9° e 18° nella Sprint, 10° e 18° nella gara lunga. Un bottino che ha fatto scivolare la Ferrari al quarto posto nel Mondiale Costruttori, dopo essere stata seconda solo tre GP prima, in Messico.

“Era come essere su un pallone”: la chiave delle pressioni Pirelli

A Lusail, Pirelli è intervenuta per sicurezza: timori di usura, obbligo di stint massimi da 25 giri e prescrizioni di pressione più alte del normale. Per molti team è stata una complicazione gestibile, per Ferrari no.

Vasseur lo riassume così: la SF-25 è rimasta “come su un pallone” per tutto il weekend, incapace di far lavorare davvero la gomma nella finestra giusta. In un Qatar caldo e con tanto carico laterale – come spiegato nel nostro focus “Meteo GP Qatar 2025: caldo, zero pioggia e una sfida fisica per Ferrari a Lusail” – il degrado è esploso e il bilanciamento è diventato delicatissimo curva per curva.

Set-up, power steering e formato Sprint: finestra mai trovata

Il problema, però, non è stato solo la gomma. Vasseur parla anche di scelte di set-up troppo estreme: Ferrari è partita lontana dalla finestra giusta già in PL1, ha fatto cambi pesanti prima di Sprint e gara, ma senza mai trovare davvero un compromesso.

In più, il weekend Sprint è stato il peggior scenario possibile: una sola ora di prove libere per testare assetti e pressioni, poi subito qualifica Sprint e Sprint, con la macchina ancora da capire, e un problema al servosterzo che ha limitato ancora di più il lavoro sull’avantreno.

Risultato: mentre gli altri fine-tunavano, Ferrari continuava a fare passi grandi, spesso nella direzione sbagliata. E in una qualifica in cui due decimi significano dieci posizioni, restare fuori finestra vuol dire partire nel traffico, come abbiamo visto anche nella “Griglia Sprint GP Qatar 2025: Piastri in pole, Ferrari costretta alla rimonta” .

Non è solo colpa del 2026, ma il Qatar è un campanello d’allarme

A chi gli ha chiesto se questo crollo sia legato allo stop agli sviluppi aerodinamici deciso ad aprile – tema che abbiamo raccontato nel focus “Ferrari, Vasseur svela la mossa 2026: abbiamo cambiato rotta già ad aprile” – Vasseur risponde di no: la prova è il podio conquistato ad Austin, quando la SF-25 era già “congelata” sul fronte aero.

Per il team principal, il Qatar è piuttosto la somma di tre cose:

  • prescrizioni Pirelli molto particolari, con gomme “a pallone” che la Ferrari non ha saputo interpretare;
  • set-up sbagliato fin da subito, con un giro di cambi fin troppo aggressivo;
  • weekend Sprint che ha tolto tempo per rimediare agli errori.

Un segnale pesante, perché arriva proprio nel GP che, sulla carta, doveva servire a trasformare il “GP Qatar 2025, il pronostico di Barrie Jarrett” e il “piano Ferrari con Leclerc e Hamilton” in un risultato almeno dignitoso. Invece, il “danno limitato” si è trasformato in allarme rosso.

Leclerc, Hamilton e una Ferrari che non perdona errori

Per Leclerc, il Qatar è stato un altro weekend da correre in difesa, con una macchina che scivolava tanto e non gli permetteva di attaccare davvero, come raccontato anche nel nostro “F1 LIVE: aggiornamenti dal GP del Qatar 2025 in tempo reale” .

Hamilton, invece, ha vissuto l’ennesima gara nel traffico dopo un’altra qualifica da 18°. Messo insieme alla notte da incubo di Las Vegas e all’intervista gelida con Sky F1, il quadro è chiaro: oggi il suo vero nemico è una Ferrari che, appena esci dalla finestra, ti punisce in ogni curva.

Su una pista come Lusail – che abbiamo raccontato nella guida “Circuito Internazionale di Losail – Doha, Qatar: cuore del motorsport” – partire in mezzo al gruppo, con gomme gonfie e sorpassi non banali, vuol dire quasi condannarsi a una gara di sopravvivenza.

Dopo il Qatar, cosa resta alla Ferrari?

Dal Qatar Ferrari torna con zero risposte definitive sul pacchetto 2025, qualche dato in più su come reagisce la SF-25 a pressioni gomme estreme e la conferma che, con il gruppo così compatto, bastano due decimi fuori finestra per perdere un mondo di posizioni.

Per Vasseur, però, il filo con il 2026 resta intatto: il lavoro fatto qui – anche in un weekend da incubo – alimenta la lettura di ciò che servirà nella nuova era, con vetture più leggere, gomme diverse e aerodinamica attiva.

Il messaggio finale è semplice: abbiamo sbagliato più degli altri, e si è visto. Ma capire perché è parte del lavoro per il 2026.

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Barrie Jarrett – Editor, Presenter & Broadcaster – PlanetF1.it Barrie Jarrett porta una voce fresca e diretta nel mondo di PlanetF1.it. È l’uomo che prende le storie del paddock, le mescola con un po’ di passione da box e le serve in modo semplice, chiaro e senza fronzoli. Come editor, punta a notizie pulite e veloci, con un occhio per tutto ciò che spinge lo sport verso il futuro: tech, dati, corse autonome e il lato umano dei team. Come presenter, Barrie è la voce delle nostre dirette e dei nostri podcast. Stile caldo, vicino alla gente, zero parole inutili. Racconta la F1 come se fosse al pub con gli amici. Come broadcaster, porta contenuti che girano bene su ogni piattaforma: clip brevi, analisi leggere, commenti rapidi dopo le gare e speciali che vanno dritti al punto. A PlanetF1.it, Barrie è quello che tiene insieme passione, ritmo e un modo di raccontare la F1 che chiunque può seguire.

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