Pioggia, luci al neon, bandiere gialle e una Ferrari che si spegne proprio quando conta.
A Las Vegas Lewis Hamilton vive una notte che sa di incubo: 20° e ultimo in griglia, primo caso in carriera su pura prestazione, dopo un Q1 dove va tutto storto. E ora il mirino non è solo sulla SF-25, ma anche sul pilota che doveva guidare la rinascita Ferrari.
Luci rosse e bandiera a scacchi: il giro che Hamilton non fa mai
Il momento chiave arriva negli ultimi secondi del Q1. Hamilton spinge, passa sul traguardo in tempo per un ultimo giro, ma davanti a lui si accendono le luci rosse del semaforo sul rettilineo di Las Vegas. Lewis vede il rosso, alza il piede, e la sua qualifica finisce lì: niente ultimo tentativo, niente chance di uscire dalla zona eliminazione.
Il dettaglio che fa rumore? La linea del tempo non è dove sono le luci rosse, ma qualche metro prima. Hamilton ci passa davanti per un soffio, ha il giro a disposizione… ma ormai ha già tolto gas. In un colpo solo, il “rain master” si ritrova trasformato nell’ultimo della classe sotto il diluvio di Las Vegas.
La versione di Hamilton e l’analisi di Sky F1: vero caos o errore umano?
Ai microfoni, Hamilton spiega che per lui era finita: “Ho visto il rosso, per me la sessione era chiusa”. Dal suo punto di vista non c’è stata comunicazione sbagliata, solo un segnale visivo chiaro e un istinto automatico: rosso = basta.
Ma riascoltando il team radio, la storia si fa più pesante. Dal muretto Ferrari arriva l’avviso che “sarà tirata per fare un altro giro” e l’invito a continuare a spingere. Poco prima del traguardo gli dicono che non è al sicuro e che deve andare fino in fondo. Lewis, però, appena vede il rosso dopo la linea, alza il piede convinto di aver mancato la bandiera. A quel punto, anche il “continua a spingere” del suo ingegnere arriva troppo tardi: il giro è perso, la qualifica pure.
Dalla cabina Sky F1, Jenson Button non nasconde lo shock: vedere uno come Hamilton, uno che sul bagnato ha costruito metà della propria leggenda, chiudere ultimo è qualcosa che “semplicemente non sembra reale”. E rilancia il tema: in quella situazione, la squadra deve quasi urlare al pilota di andare fino in fondo, giro o non giro.
Elkann, il «parlare meno» e l’ennesima tempesta Ferrari
A rendere la scena ancora più esplosiva ci pensa il conduttore Sky Simon Lazenby con una battuta che pesa come un macigno: “Chissà cosa dirà John Elkann questa volta…”. Il riferimento è chiaro: dopo il disastro di Interlagos, il presidente Ferrari aveva lanciato il messaggio ai suoi piloti di “parlare meno e guidare di più”, sottolineando che tutto ciò che non è lavoro di tecnici e meccanici “non è all’altezza”.
Ora, a una sola gara di distanza, la Ferrari si ritrova con il suo nuovo uomo simbolo inchiodato al 20° posto perché fa confusione tra linea del traguardo e luci rosse del semaforo, mentre il muretto gli ripete di continuare a spingere. Immaginare la reazione dei piani alti di Maranello è fin troppo facile.
Maestro della pioggia, ultimo in griglia: che segnale è per il progetto Ferrari?
Las Vegas doveva essere il weekend in cui mostrare che il pacchetto Ferrari-Hamilton può funzionare anche in condizioni estreme. Dopo le libere, Lewis parlava di una macchina “piacevole da guidare” e non sembrava intenzionato a cambiare molto. Poi arriva la pioggia, la pista che migliora giro dopo giro, il traffico, il birillo colpito alla curva 14 e infine la scelta sbagliata sulle luci rosse.
Il risultato è una fotografia crudele: Leclerc partirà in nona posizione, Hamilton in fondo allo schieramento. Stessa macchina, stessa pista, stesso caos, ma destini opposti. Per i tifosi, e per chi guarda da casa, la domanda è semplice: è solo una serata maledetta o il campanello d’allarme di qualcosa di più profondo?
Per ora, Ferrari prova a tenere la linea ufficiale: giornata storta, condizioni limite, focus sulla rimonta e sul lungo termine. Ma in un ambiente dove ogni errore diventa un caso nazionale, un campione del mondo che si brucia il giro decisivo per “confusione” sulle luci non può passare sotto traccia.
Rimonta impossibile o prova di carattere?
Da P20 la gara di Hamilton si trasforma in un test di carattere. Serviranno Safety Car, coraggio strategico e un passo gara molto diverso da quello visto in qualifica per pensare a punti pesanti. Ma il vero giudizio su questa notte non arriverà solo dalla domenica: peserà su come Lewis e la Ferrari reagiranno nei prossimi weekend, dentro e fuori dalla macchina.
Per i dettagli sulla sua “prima volta” da ultimo in griglia, puoi leggere anche la nostra anal_







